Il ritorno

La nostra sveglia è puntata alle 5.45, alle 6.30 siamo già all'aeroporto di Cuzco. Qui inizia l'avventura. Col nostro biglietto Standby cerchiamo di imbarcarci sul volo delle 7.40, ma ci viene negato il posto. Iniziamo bene, pensiamo. Lo stesso accade per il volo delle 8.55. Ci inizia a prendere il panico, dobbiamo per forza prendere il volo successivo per arrivare a Lima in tempo per il nostro volo verso casa. Nel frattempo non ci perdiamo d'animo, ci mettiamo a prendere il sole, e passiamo il tempo facendo il gioco dell'oggetto misterioso. Alla fine capiamo qual'è il problema. Non ci caricano sull'aereo non perché è pieno, ma per problemi di peso. Data l'altitudine hanno un limite di peso per decollare. Alex sventola il suo tesserino British Airways e riusciamo a salire sul volo delle 11.10 che però fa scalo ad Arequipa. Riusciamo ad arrivare a Lima per le 13.00. Qui arriva il primo colpo. Scopriamo di aver sbagliato con le date, non c'è nessuno volo per Madrid di martedì. Panico. Che fare? L'American Airlines ha un volo Lima-Miami-Londra. Decidiamo di cambiare biglietto. Per farlo dobbiamo però andare all'ufficio dell'Iberia in città. Ci costa 10$ e 3/4 d'ora. Vediamo dei poco interessanti scorci di Lima, città veramente terribile. Arrivati in quell'ufficio ci dicono che dobbiamo fare il cambio alla British Airways visto che il biglietto era stato emesso da loro. Prendiamo un altro taxi, che poi sparisce con il nostro resto. La signorina della BA ci mette ore per cambiare il nostro biglietto, ma alla fine sembra andare tutto a posto. Torniamo in aereoporto per prendere il volo American Airlines delle 23.00. Aspettiamo tantissimo, dopo una veloce cena al fast food peruviano D'Paso. Ci mettiamo in coda, una fila pazzesca, ma ci dicono di aspettare il capitano. Lo aspettiamo per un paio d'ore, poi Alex lo vede avendo una specie di intuizione geniale, e il tizio gli dice che farà il possibile per farci salire a bordo, ma non ci promette niente. Anzi, ci consiglia di prendere il volo il giorno seguente con la Lan Perù, ci sono più possibilità. Iniziamo a capire il guaio in cui siamo finiti. Le compagnie aeree hanno fatto un overbooking (eccesso di prenotazioni) sugli aerei, per cui c'è molta più gente di quella che effettivamente può prendere posto a bordo. E il nostro biglietto in Standby ci mette dietro a tutti. Nonostante questo decidiamo di provare a salire sull'altro volo AA delle 7.00 della mattina dopo. Ma già dalle 2.00 di notte Alex si piazza davanti al bancone della Lan Perù per accertarsi che ci mettano in lista d'attesa per il volo delle 13. Passiamo queste ore notturne cercando invano di dormire sulle scomode sedie dell'aeroporto. Ma già alle 4.00 siamo in piedi a fare la fila per il volo AA delle 7.00. Siamo sessantesimi nella lista d'attesa. Dopo ore ci dicono che il volo è pieno, ma ci confermano sulla lista per il volo della sera, con uno strano meccanismo che si chiama "rollover". Siamo ben quindicesimi! Grande escalation... ma ancora poche speranze. Tanto siamo quasi sicuri di salire a bordo della Lan Perù. Aspettiamo altre interminabili ore, cercando di dormire un po' (invano), camminando, parlando. Alle 10.00 siamo già alla Lan Perù. Siamo i primi in lista, e il volo non è pienissimo. La fiducia nella nostra fortuna inizia a scorrere fluente nelle nostre vene. Anche perché sono 27 ore che siamo svegli, e non ne possiamo già più. Ci dicono comunque di tornare alle 12.00. Torniamo, ma nessuno ci fa sapere niente. Intanto scopriamo che dopo di noi ci sono solo 3 passeggeri in stanby. E i posti sull'aereo sono ancora disponibili. Bene. Ma il tempo passa e le carte d'imbarco non si vedono. Manca un quarto d'ora, il tizio del check in sparisce e quando torna ci dice un gelido "I'm sorry" e fa il check in agli altri 3 dopo di noi. il volo è chiuso, siamo a terra. Alex dà fuori di matto. Salta sul bancone del check in e mira alla gola del tizio, urlando come una bestia. Il tizio minaccia di chiamare la polizia. Ma noi restiamo a terra. Io mi rassegno subito. L'umore è più nero del nero. Pervasi d'incredulità mangiamo di nuovo da D'Paso. Tristezza. Alex decide quindi di sfogarsi andando a parlare con una tipa nell'ufficio della Lan Perù. Questa chiama il supervisore, che è molto dispiaciuto per l'accaduto, ma ormai non può farci niente. Ci da il suo numero di telefono, e ci dice che cercherà di sistemarci sul volo del giorno successivo. Intanto io ho perso il volo Alitalia che mi avrebbe dovuto portare a Roma da Londra. Il nostro umore si alterna fra lieve speranza e profondo scoramento. Messaggio a casa: "non aspettateci... non sappiamo se riusciremo a tornare". Il pomeriggio decidiamo di passarlo in aeroporto. Andare in albergo e starci solo poche ore non ha senso, tanto ormai siamo pronti a tutto. Decidiamo di apparecchiarci in un angolo col sacco a pelo per terra. Ma il sonno ci è reso impossibile dalle infinite scolaresche che vengono a vedere gli aerei partire. In più dietro di noi c'è una simpatica macchina che all'inserimento di una moneta aziona un ventilatore che fa volare tante banconote nella speranza che qualcuna esca dalle fessure della macchina stessa. Il nostro sonno è perduto per sempre. Alle 19.00 facciamo il giro dei ristoranti, ma alla fine torniamo da D'Paso. Alle 20.00 siamo di nuovo in fila il check in American Airlines. Questo dura fino all'1.00. Siamo ormai alle 48 ore di veglia (quasi) ininterrotta. Ci riconfermiamo in lista per il volo della mattina. Torniamo a cercare di dormire nel nostro angoletto per almeno qualche ora. Alle 5.00 siamo in coda per il volo delle 7.00. Io sono riuscito a dormire forse un 2 ore. Alex è stato svegliato dalla guardia che gli ricordava gentilmente se doveva per caso prendere un aereo, non voleva che dormendo ce ne dimenticassimo. Anche il volo delle 7.00 ci viene negato. La nostra posizione in classifica nella lista d'attesa oscilla terribilmente. Quando chiamano le persone sembra che ci sia una vera e propria chiamata alle armi. Ormai iniziamo a conoscere tutti quelli che si trascinano da una fila ad un'altra. E per fortuna ci sono anche persone carine, in particolare una ragazza che ci da un grande supporto morale. Il resto della mattinata lo passiamo fra colazione con crépes, telefonata all'Alitalia, chiacchiere con due ragazze di Lima. Alle 10.00 siamo di nuovo alla Lan Perù. Parliamo con il supervisore, una donna molto disponibile, e ci fa subito il check in. E' già un passo avanti, ma ci dicono comunque che fino alla fine non ci daranno le carte d'imbarco. Passiamo le restanti 2 ore e 45 con stati d'ansia allucinanti. La mente, provata dalla stanchezza e dalla situazione irreale, produce stati d'animo allucinatori e partorisce idee malsane. Fino all'ultimo momento ci fanno sospirare. In trepida attesa mi riavvicino al supervisore, le chiedo qual'è la nostra situazione. "Voi chi siete?" mi risponde lei tranquilla... COME CHI SIAMO!!! SIAMO QUELLI CHE STANNO IN QUESTO FOTTUTO AEREOPORTO DA 48 ORE!!! Avrei voluto risponderle. Le ho invece gentilmente esposto la nostra posizione. Alla fine, giocando con la nostra ansia fino all'ultima goccia di sadismo, ci danno le carte d'imbarco. Guardo questa donna e le dico una cosa del tipo: "La ringrazio con tutto il mio cuore, molto di più di quello che crede." Inizia la corsa all'imbarco e un'incredibile emozione irrompe dentro di noi fino a farci urlare. Passiamo il controllo passaporti, e finalmente stiamo per raggiungere l'aereo. A metà del percorso verso le scalette che conducono a bordo, il supervisore ci corre incontro con una faccia molto misteriosa. AIUTO!!! VUOLE LEVARCI IL BIGLIETTO. Ci blocca e molto gentilmente ci dice: "Avevo sbagliato il numero dei posti". Ce li cambia a penna, e incredibilmente i biglietti rimangono nelle nostre mani quando lei se ne va. Saliamo sull'aereo, e per un incrocio di destini riusciamo a finire seduti vicini. E' fatta. Alex non ci crede fino a che non vede chiudere la porta. L'emozione del momento e la tensione accumulata scaturiscono in un pianto disperato fino a oltre il decollo dell'aereo. Non riesco a fermare questo misto di felicità e sfogo, fino a che non siamo alti sopra le nuvole. Alex impassibile sfoglia una rivista. Poco interessante. La poggia. Io gli chiedo:"Ma qual'è stato il senso di tutto questo?". Leggo la risposta sulla quarta di copertina della rivista.

YOU CAN'T UNDERSTAND GLORY, UNTIL YOU UNDERSTAND DEFEAT.

Il volo è pieno di bambini rumorosi, ma riesco a dormire un po'. Alle 19.40 atterriamo a Miami, ma scopriamo che il volo per Londra c'è solo alle 16.40 del giorno dopo. Fa niente, ormai siamo nella civiltà. Una vera camera d'albergo non ce la leva nessuno. Finalmente un BAGNO! Passiamo queste ore a riposarci, fino al volo seguente. Incredibilmente riusciamo a prendere gli ultimi due posti rimasti! Finalmente la fortuna inizia a sorriderci! Fra l'altro in tutto ciò Alex spera di riuscire ad arrivare in tempo a Londra per il suo lavoro. Deve fare un volo alle 10.35 della mattina seguente. Il volo Miami-Londra è tremendo, siamo separati e io non riesco a chiudere occhio tutta la notte. Arriviamo a Gatwick alle 6.00. I nostri bagagli escono subito, fortuna pazzesca. Ora bisogna solo fare un corsa al pullman per Heatrow, dove Alex prenderà il volo di lavoro, e io tornerò a Roma. Per un pelo perdiamo il pullman... cavolo! Ci tocca aspettare un quarto d'ora. Saliamo finalmente su un altro, e accade qualcosa di veramente incredibile, ai limiti dell'immaginazione umana. Dopo un po' di strada, buchiamo una gomma. Dobbiamo aspettare un altro pullman che sostituisca il nostro. Ma Alex ormai è fuori tempo. Dopo tre giorni di ansia per sapere se riusciva a prendere quel volo o no, per un buco alla gomma, dopo tanta faticosissima attesa, non ce l'ha fatta. Ma il nostro umore alla fine si mantiene alto. Arriviamo comunque in aeroporto. Parlo con un tizio dell'Alitalia, mi rifanno il biglietto che avevo perso. Nel giro di un'ora c'è un volo che mi riporterebbe a Roma. Ma il volo è pieno. Tanto per cambiare vengo messo in STANDBY!!! E' un destino ormai. Ma sono pronto a tutto. La risposta è sconcertanta... ce l'ho fatta!!! Riesco a salire sul volo e incredibilmente mi mettono in business! Dopo due ore sono a Roma. I miei amici mi vengono a prendere, e la prima cosa che faccio è baciare la terra di casa mia.

Non sei d'accordo con me adesso?

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