I Maestri

Nella storia della Terra troviamo da più parti l’emergere di alcune figure la cui importanza è stata tale da cambiare il corso della storia stessa. Figure di questo calibro sono stati Cristo, Buddha, Maometto, solo per citare i fondatori delle maggiori religioni del mondo. Esseri soprannaturali, o così ce li raccontano, capaci di fare cose incredibili e per questo mitizzati, paragonati a dei. Poi c’è un’enorme schiera di santi, profeti e messaggeri che circondano queste figure e ognuno dei quali tende a portare l’acqua al proprio mulino, a seconda della propria fede.

Chi si mette a studiare le diverse religioni però scorge che dietro i dogmi e le oscure scritture, spesso emergono tratti di un'unica Verità. Del resto così come la legge di gravitazione vale per tutti, credo che ci siano leggi uniche che sono valse per tutti i santi in tutti i tempi e luoghi del nostro pianeta.

Secondo la tradizione indù, figure di questo calibro prendono il nome di Avatar, incarnazioni divine che giungono sulla terra quando i tempi sono maturi per un cambiamento globale. Così come Einstein è un avatar della fisica, Mozart un avatar della musica, ci sono stati altri esempi di individui che hanno influito sulla consapevolezza dell'umanità.

Questi esseri superiori sono sempre stati da guida per l’umanità. Ci indicavano una via, un modo di essere che parlava soprattutto di amore, compassione. Tutti ci hanno sempre parlato di un unico Dio che è creatore e che ama ogni sua creatura, e che l’umanità tutta è costituita di fratelli. Eppure non devono esser stati molto chiari se dopo qualche migliaio di anni le cose stanno ancora così. Forse c’è qualcosa di difficile che non sono riusciti a trasmettere (anche se il messaggio è così chiaro). O forse c’è qualcuno che ha preferito che questo messaggio fosse mal compreso affinché i popoli vivessero nella paura, nell’ostilità reciproca. Sono nati allora il peccato universale, il popolo eletto, il potere di perdonare i peccati gestiti da una élite. Tutti concetti di separazione, sovrastrutture create per controllare le masse ignoranti, tanto stupide che è meglio che il potere non l’avessero. Per questo maestri sono continuati a comparire sulla Terra ogni tanto, illuminando con la loro saggezza sempre nuovi discepoli, cosi che la conoscenza dei misteri esoterici non venga mai perduta.

C’è per esempio chi dice che Cristo, più che essere figlio di Dio (dato che lo siamo tutti), fosse un maestro esseno che conosceva le leggi della guarigione, della levitazione e della creazione degli oggetti materiali. Ne più ne meno che gli yogi indiani. Ma che stufo di vedere la gente affamata di verità e ignorante, contravvenne alle leggi di preservazione di queste conoscenze per diffonderle al popolo. Pagò con la sua vita questa trasgressione, mentre su di lui sono state costruite poi leggende e teologie che forse sono andate un po’ fuori dalla verità.

E così quelle che erano le conoscenze esoteriche di Cristo sono andate perdute o nascoste nel corso dei secoli. Cristo è stato eletto a figlio unigenito di Dio stesso, e quelle capacità sono diventate segno di santità, e per questo non adatte ai comuni mortali. In India invece, dove se ne vedevano di tutti i colori, non c’è mai stato questo dogmatismo. Gli yogi erano da secoli in grado di levitare, di spostare oggetti o crearli con la loro volontà. Tutti figli di Dio? Assolutamente si, come noi del resto. 

Nel bellissimo libro “Autobiografia di uno Yogi”, Paramahansa Yogananda ci racconta la sua storia verso l’illuminazione e l’incontro con i grandi maestri e santi dell’India. Lui è stato il primo yogi ad esportare in occidente delle pratiche evolutive per la coscienza. Il suo metodo si chiama Kriya Yoga e consiste in una serie di tecniche tramandate oralmente da maestro a discepolo, per purificare, sviluppare ed evolvere i nostri centri energetici o chakra. La linea di maestri a cui appartiene fa capo al mitico Babaji, essere immortale che vive nell'Himalaya, il quale educò Sri Mahasaya alle tecniche segrete del Kriya, che a sua volta le trasmise a Sri Yukteswar, maestro di Yogananda. E fu suo il compito di insegnarle all'occidente e diffonderle, affinché gli esseri umani potessero portare avanti l'evoluzione del proprio essere. Nella storia della sua vita si affacciano altri maestri e mistici dell'India in grado di fare cose strabilianti, vivere senza cibo, guarire le malattie, conoscere ogni cosa. Doni che non sono incompatibili con la realtà, ma che derivano dall'evoluzione della propria coscienza e dei propri corpi sottili. L'essere umano è in grado di fare cose incredibili, se solo il suo potenziale venisse risvegliato, se solo si riappropriasse di se stesso, un essere divino in un corpo mortale.

Un altro maestro che colpisce per la sua storia è Sri Aurobindo. Un indiano educato a Londra che iniziò le sue pratiche yogiche una volta tornato nella propria patria per liberarla dagli inglesi. Le tecniche che praticò per molto tempo lo portarono a sviluppare un diverso tipo di coscienza, che lui definì sopramentale, proprio perché era oltre la mente duale dell'uomo. Attraverso il controllo e l'arresto del pensiero, l'energia divina riesce a entrare nei nostri corpi sottili e innesca un processo di trasformazione cellulare del nostro corpo. Infatti Aurobindo sostiene che l'illuminazione non è un processo metafisico, ma puramente biologico, legato ad una modificazione di ogni singola cellula del nostro organismo. Accanto a lui per anni ci fu Mére, una donna che incarnò e visse completamente le sue idee, percorrendo lo stesso percorso di trasformazione che ha descritto minuziosamente nella sua agenda.

Gurdjieff è invece un uomo caleidoscopico, che sfugge forse a ogni definizione. Un mistico o meglio, un maestro di danza, come amava definirsi. Viaggiò molto in medioriente e venne a contatto con le conoscenze essene. Quando tornò in Europa fondò un centro in cui i suoi discepoli potevano sperimentare un processo di trasformazione che lui chiamo "il Lavoro". Attraverso il controllo del pensiero e il ricordo di sé, era possibile espandere il proprio io. Questo sentiero fu definito Quarta Via, e trova chiara illustrazione nelle opere del suo discepolo Ouspensky fra cui "Frammenti di un insegnamento sconosciuto". Ma sono i libri del maestro che risultano più accattivanti, in particolare "Incontro con uomini straordinari", in cui racconta dei suoi viaggi e degli incontri misteriosi con i suoi maestri.

Oggi fra i personaggi viventi troviamo Sri Bhagavan, che si definisce avatar dell'illuminazione, incarnatosi sulla terra per diffondere l'illuminazione fra gli esseri umani, cioè per facilitare quel processo fisiologico di cui parlavano Yogananda e Aurobindo, tramite la discesa di una forte energia divina. Questa operazione viene chiamata "diksha" ed è un'esperienza trasformativa della propria coscienza. Tramite l'esperienza di pochi diksha, si raggiunge lo stadio di disidentificazione dalla mente, causa della nostra infelicità. E' tramite la discesa di questa energia che nel nostro cervello avviene un ricongiungimento neurale dei nostri emisferi, diciamo un nuovo cablaggio, e questo permette un'esperienza di costante gioia, pace e contatto con il divino.

In ogni caso oggi si dice sia finita l'era dei guru. Oggi il compito di ogni essere umano è di diventare il maestro di se stesso, o meglio di trovare dentro di sé le risposte alle nostre domande, senza più affidarsi al dogmatismo o ad una venerazione esasperata di un potere al di fuori del proprio essere. Ci è sempre stato detto che le risposte sono dentro di noi. A volte occorre qualcuno che ce lo ricordi, che sia un maestro, un libro o un film non importa. L'importare è avere fiducia in quello che si sente, senza aggrapparsi ciecamente a ciò che ci viene raccontato. Non a caso ho predilezione per quei maestri che preferiscono porre l'accento sull'esperienza delle loro tecniche, più che su "effetti speciali", discorsi metafisici o sulla loro personalità. In questo modo siamo noi che possiamo renderci conto personalmente di quello di cui parlano, sperimentando sulla nostra pelle gli effetti dei loro insegnamenti.