Il fascino delle piramidi da sempre strega l'umanità. Nel 1999 mi sono avvicinato ad esse, e il loro contatto è stato per me sconvolgente. Ho ancora i brividi sulla pelle, e dire che c'erano 45 gradi all'ombra! Ed è per questo che per lasciare anche in te una traccia, ho deciso di condividere il diario del mio viaggio in
EGITTO AGOSTO 1999
21-8-99 Aereo per il Cairo.
Un viaggio si conclude e subito
se ne apre un altro. Mai mete tanto diverse. Le fresche e umide
erbe d'Irlanda, le calde e assolate sabbie dell'Egitto. Due
estremi, il giorno e la notte. Ma in entrambi si incrociano
reminiscenze rituali di grande suggestione, i cori dei druidi nei
loro cerchi di pietra, e i sacrifici dei faraoni all'ombra delle
piramidi. Due culture lontane nel tempo e nello spazio, ma
entrambe salde nelle loro convinzioni spirituali. Ebbene tra
un'ora circa atterrerò nella terra dei faraoni! Quanta emozione
a queste sole parole. Quasi come se in una regione della mente
stessero concretizzandosi oggetti reali da sempre creduti
fantasie. Come se tutto l'immaginario costruito in una vita sul
mondo egiziano stesse componendosi per formare le immagini del
mio viaggio. Forze ancestrali stanno muovendo pietre e sabbia per
costruire i mondi da me tanto sognati. Templi, piramidi,
obelischi, già li vedo scorrere sulla mia retina, lasciandovi
traccia del loro antico potere. Potessi fermare queste immagini
future per adagiarmi sulle onde dell'eternità! È come se tutte
queste forme, le luci e i colori, siano già in me, nel mio
spirito. Ed essi aspettino solo il pretesto di manifestarsi.
Attendimi Egitto, fra poco sarò tutt'uno con le tue sabbie.
22-8-99 Windsor Hotel.
AAAHHH!
Un urlo si leva alla sola idea
di dover descrivere tutte le sfumature di una giornata così
ricca. Una città come il Cairo, con la sua immensità, ti lascia
dentro delle sensazioni talmente piene e forti, da restare quasi
paralizzati. Soprattutto per la sinestesia delle sue
manifestazioni. La luce cade con violenza durante il giorno da
togliere il respiro. Sulla pelle brucia come lingue di fuoco, e
il morso del calore sembra infernale. I colori giacciono persi
nella calura, coperti dai toni della sabbia. E così i palazzi,
le strade, le persone. Tutto sembra vivere in questa tinta di
terra, fino a sembrare una materia omogenea. I suoni feriscono
l'aria con un frastuono incredibile. L'urlare continuo dei
clacson si mescola col vociare delle persone che hanno sempre
qualcosa da dire, chiedere, domandarti. Dal semplice e cordiale
saluto, al "bakseesh", la mancia, dall'offerta continua
di un passaggio in taxi o una passeggiata in cammello, ad
esclamazioni di sorpresa alla vista di volti occidentali. E anche
il tatto si amplifica camminando a piedi nudi nelle moschee, sui
tappeti polverosi, sulle pietre roventi dei cortili sacri. E la
polvere, la senti che ti si deposita sulla pelle, ti entra nei
pori, e inizia a far parte di te
Il nostro viaggio è iniziato
all'insegna dell'assurdo. Incontrarsi al Cairo come se fosse una
cosa normale già ci caricava di energia. In più la magia del
posto e tutte le fantastiche aspettative hanno formato un
cocktail formidabile. La nostra strada ci porta
dallaeroporto dritti in albergo, attraversando la città di
notte. Le sue prime manifestazioni, comunicano un senso di
inconoscibile. Come se i misteri di questa città si annidassero
nei vicoli bui e affollati di persone, e agli occhi e alle
orecchie di un occidentale rimanessero sempre sconosciuti,
impenetrabili. Senza dubbio la follia automobilistica è una
delle caratteristiche più evidenti. Lo sfrecciare confuso e
ingovernabile delle macchine, senza alcuna legge, in balia del
solo istinto, arreca più emozione di qualunque attrazione da
luna park, poiché non esistono binari a guidare la tua corsa,
né la fiducia nelle protezioni di gomma o nei sostegni di
sicurezza. Lo stomaco vibra ad ogni scontro evitato, il fiato si
spezza per ogni frenata brusca. E questo, lo avremmo appreso solo
nei giorni seguenti, è una costante di questa terra. Incolumi,
alla fine arriviamo in albergo, dove ad attenderci c'è un
incredibile personaggio col quale scambiamo una serie di risate
forsennate, cariche dell'eccitazione per tutto ciò che si parava
di fronte ai nostri occhi, assetati di nuove visioni. Il tizio ci
tiene occupati per un bel po', cercando di illustrare le sue
offerte di tour alle piramidi o crociere sul Nilo, lottando con
limpazienza di trasferirci nella nostra "suite".
È una grande stanza arredata con mobili "old style" e
drappeggi rossi alle finestre. Probabilmente ai loro occhi è un
lusso ma per noi rimane una vecchia stanza d'albergo,. La prima
notte si perde fra chiacchiere concitate e un sonno un po'
disturbato a causa della frenesia di conoscere cosa si estende
tutt'intorno a quella camera. Come se fossi intrappolato in una
scatola con la consapevolezza che al mio risveglio avessi trovato
intorno tutto ciò che ho sempre immaginato e mai pensato di
poter vedere con i miei occhi. Come un ardore che mi agita
l'anima cospargendola di immagini note ma ancora non disposte
dentro l'album dei ricordi. E il mattino alla fine giunge,
rumoroso, ma con le idee chiare su cosa vedere. La prima meta è
il tanto agognato Egyptian Museum, le cui tante meraviglie sono
difficili da enumerare ed assimilare. Nonostante il caldo
tremendo, dei brividi mi scivolano addosso alla vista di tanto
splendore e alla materializzazione di immagini che da sempre
hanno popolato il mio immaginario. All'interno la vastità delle
sale e la loro ricchezza lascia all'inizio paralizzati, per
l'incapacità di trovare un percorso che ti guidi attraverso la
bellezza delle sculture e la sacralità degli oggetti di culto.
Ad ogni passo si rinnovava la sorpresa di trovare oggetti così
famosi e preziosi, non solo nei materiali ma anche nella
grandiosità che sanno comunicare di un'epoca, e lo stupore ci
lasciava increduli. Gli ori di
Dopo l'estenuante visita ci
siamo scontrati con la difficoltà di parlare due idiomi diversi,
cercando di prendere il taxi. La comunicazione è impossibile,
nessun suono può aiutarti a sviscerare il significato delle loro
parole. In più siamo stati sommersi dal traffico che è
veramente allucinante. Solo oggi abbiamo assistito ad un
incidente, ad un investimento sfiorato e al crollo di un asino in
mezzo alla strada. I clacson sembrano suonare ad un ritmo
continuo, come un'estesa sinfonia automobilistica. Dopo un giro
lunghissimo attraverso i quartieri di squallida modernità di
questa megalopoli, finalmente siamo giunti alla nostra meta: la
Cittadella. Ci ha accolto la prima moschea, di
23-8-99 El Fishawi, bar.
Eccoci immersi totalmente nella
cultura egiziana. Oggi, dopo un'altra notte agitata, in cui le
immagini vissute in un'intensa giornata si mescolavano con
visioni del futuro, il nostro mattino si è aperto con la
colorata confusione del bazar. Appena scesi a Khan al-Khalili,
subito un simpatico egiziano ci ha preso sotto la sua tutela.
Scottati dalla serata precedente, i nostri passi si sono mossi
cauti fra
Più tardi. Piramidi di Giza.
Come poter descrivere con parole
tratte da un vocabolario umano la magnificenza di questo
spettacolo? Possono esistere parole tali per questa immensità?
Da millenni gli esseri umani hanno cercato aggettivi, termini e
metafore per questo splendore, ma nessun tentativo può riuscire
a tanto, nemmeno il più loquace dei poeti riesce in una simile
impresa. L'unica voce che può tanto è il coro di tutte le voci
dell'umanità che secolo dopo secolo hanno goduto di ciò. E
questa voce parla d'eternità, d'infinito e di grandezza.
Il nostro percorso ci ha spinto
intorno a queste
Albergo.
Un'estenuante giornata, al
termine della quale tutto ciò che ci è stato offerto sembra
aver cambiato per sempre la nostra consistenza. Se prima eravamo
persone normali, adesso siamo entrati a far parte di coloro che
sono stati stregati dalle piramidi e dalla magia del Cairo.
Generazioni e generazioni si sono succedute, e nomi nobili sono
passati sotto lo sguardo della sfinge prima di noi. E tutto
questo resterà ancora lì per i secoli futuri, fino forse al
disgregarsi del pianeta stesso. Solo allora tutta l'umanità che
vi è passata davanti sarà di nuovo unita.
Lo spettacolo Suoni e Luci è
stato formidabile. Vedere tale panorama sotto le stelle già è
sufficiente, se poi aggiungiamo luci misteriose, laser saettante,
voci suggestive e musica trionfale, che altro dire?
24-8-99 Bar Windsor.
Un'altra immensa giornata si è
spalancata ai nostri occhi. Questa mattina il nostro autista, un
tipo dal carattere ombroso ma pacifico, ci ha condotto a
Treno per Assuan.
Il nostro viaggio prosegue verso
sud, lungo le sponde del Nilo che di notte giace misterioso fuori
dal finestrino. Le sistemazioni sono state migliori del previsto,
e fra una risata e l'altra le tredici ore del viaggio passeranno
presto.
Dopo la visita di Saqqara i
nostri passi gommati si sono diretti verso Memphis, accompagnati
dal nostro rude autista. C'è solo un piccolo museo ad
attenderci, che contiene però due grandi sorprese, una splendida
sfinge di alabastro di pregiata fattura e ottima conservazione, e
la statua colossale di
Tornando verso il Cairo i miei
pensieri tornavano ai bambini lungo i canali, donne che portano
sulla testa borse cariche di cibi indecifrabili, animali che
ciondolano sul bordo di strade polverose. Mi chiedo se abbia un
senso tutto questo, se la visione di noi occidentali è così
alterata da non comprendere che anche in questo si può trovare
la pienezza di un'esistenza. Eppure l'idea mi atterrisce. Giunti
al Cairo abbiamo deciso di visitare
25-8-99 Memnon Hotel, Assuan.
Il viaggio è stato lungo come
tutto il Nilo, ma alla fine, oltre le nostre speranze, siamo
arrivati anche in anticipo. La notte è stata agitata, spezzata
da continui risvegli alla ricerca di nuove posizioni, un tormento
interminabile. Ad accoglierci oltre alla nostra guida (per
fortuna c'era qualcuno ad attenderci, contrariamente alle nostre
peggiori previsioni, data l'organizzazione improvvisata del
viaggio), è stato il micidiale caldo di Assuan. E' qualcosa di
paralizzante. E meno male che dicono che oggi è più ventilato,
ieri era peggio. Credo che mai ho provato una tale arsura, come
un gigantesco asciugacapelli vivente. E' la voce del deserto.
Abbiamo riposato un po' in albergo, una piccola camera con vista
sul Nilo, quindi siamo andati al tempio di Filae, con la nostra
guida personale e un altro compagno di viaggio, un ragazzo
californiano di nome Chris. Che risate durante il tragitto! La
guida ci raccontava le meraviglie dell'High Dam, la diga alta, in
una lingua mista anglo-araba, con tutte le distorsioni del
microfono che andava e veniva. Giunti sulla diga abbiamo giusto
scattato due foto al panorama, peraltro meno affascinante di ciò
che pensavo, e poi siamo andati ad
26-8-99 Aereo per Abu Simbel
Un sogno sta per concretizzarsi.
Abu Simbel
Meraviglia, stupore, incanto.
Oltre alla imponente e splendida
facciata,
Che giornata. Il pensiero di
essermi alzato alle 3.30 di notte mi sembra assurdo. Eppure non
sento la fatica del viaggio. Alle 4.00 il taxi ci ha portato
allaeroporto. Alle 5.00 eravamo sull'aereo. Alle 6.00
sorvolavamo l'entroterra africano. A soli 50 km dal Sudan. Nel
luogo prescelto dal grande faraone per erigere il suo più
imponente tempio. Siamo arrivati sul sito con trepidante
agitazione, accolti da un'alba maestosa sul lago Nasser. E
finalmente, girando intorno alla grande collina, gradualmente ci
si svela il tempio. E' uno di quei momenti in cui ci rendiamo
conto di stare vivendo un attimo importante della nostra
esistenza. E la coscienza di questo ci giunge con stupore,
increduli di essere riusciti a tanto. Non sono tanti i luoghi
sulla Terra che vengono avvolti da così grande fascino da
suscitare una tale enorme attrazione. E il momento in cui si
conquista uno di questi luoghi, indelebilmente rimane impresso.
Dopo aver goduto appieno del luogo, prima che facesse troppo caldo, eccoci in un attimo tornati ad Assuan.
Sinohue I.
Eccoci a bordo!
Chi l'avrebbe detto che il
nostro viaggio ci avrebbe portato su una nave da crociera cinque
stelle? L'atmosfera a bordo è rilassatissima, volta tutta a
godersi lo spettacolo del
La nostra prima tappa è stata
al tempio di Kom Ombo. La paura è che a furia di vedere templi,
la magnitudine di questi sacri luoghi inizi a contaminarsi di
ripetizione, ma è un giudizio mendace. Ogni volta si hanno nuove
sorprese. Si inizia a pensare che non ci si possa più stupire, e
invece ogni nuovo monumento è un'avventura unica. Forse il
problema principale è iniziare a confondere questi nomi e questi
siti, smarrendone le identità per ricordare solo un'idea unica
di questa terra, fondendo le immagini e le parole.
27-8-99 Crociera.
Devo dire che la vita di
crociera sta proprio iniziando a piacermi. Si ha il tempo per
rilassarsi e prendere il sole in piscina sul tetto, mentre il
Nilo scorre quieto tutt'intorno e il vento caldo ti accarezza con
dolcezza. Poi quando la nave si ferma si possono ammirare le
bellezze dei luoghi raggiunti nel corso del suo maestoso
movimento. Ci si trova proprio in un altro mondo, lontano dalle
nostre leggi, dai nostri ritmi ossessivi. La gente ci osserva con
molta più semplicità, schiettezza, priva di tutti gli schemi ai
quali siamo soggetti. Forse per loro rappresentiamo un mondo
assurdo, illogico, artificioso. La naturalità dell'esistere di
questo fiume sembra trasferirsi anche ai suoi abitanti, persone
che sembrano immutate nello spirito da migliaia di anni. Tranne
forse per le antenne paraboliche.
Oggi siamo sbarcati ad Edfu, per
visitare il maestoso tempio di
Il resto della giornata ci ha
offerto il riposo di cui una vacanza necessita, e la giusta pausa
per poter riflettere sull'immensità di tutto ciò, e sulla
fortuna che abbiamo di goderne.
28-8-99 Luxor, Windsor hotel.
La nostra nave ci ha lasciato
qui, in un posto così ricco di sorprese, ma non così
spaventosamente sconvolgenti come gli scherzi che ci hanno fatto
sulla nave. Una sera abbiamo trovato un macabro manichino steso
sul letto, una sorta di rito voodoo, o qualcosa di similmente
raccapricciante. Un'altra sera invece un pupazzo appeso dietro la
porta della nostra confortevole stanza. Siamo stati veramente
bene a bordo, per quanto poco, non sarà romantico come un
viaggio in feluca, ma almeno non abbiamo lottato con zanzare e
umidità.
Oggi invece abbiamo fatto due
tour abbastanza impegnativi. In mattinata abbiamo visitato la
valle dei Re con le tombe di: Ramses III, Ramses IV, e della
regina Hawsert. Le pitture all'interno sono meravigliose, alcune
molto ben conservate, ma il posto in se lo immaginavo più
suggestivo. Sarà che la fama che lo precedeva era così grande
da aspettarmi qualcosa di monumentale, invece tutto era molto
modesto, d'altronde i re non ci tenevano molto a far sapere dove
nascondevano i loro tesori per il viaggio nell'oltretomba. In
ogni modo pare che tutta la loro ricerca di segretezza e
inaccessibilità non sia valsa a molto. Del loro sfarzoso tesoro
non è rimasta che la povera tomba di Tutankamon, un faraone
minore, che nella sua breve vita non ha lasciato grandi tracce.
Mi chiedo dove sia finita tutta quella ricchezza. Nei secoli, nei
millenni, questi preziosi oggetti saranno passati di mano in
mano, percorrendo storie diverse, attraversando i continenti e i
mari, per giungere nel nascondiglio segreto di qualcun altro,
oppure finire dispersi in chissà quali misteri. Ogni singolo
pezzo, d'oro e pietre preziose, nel suo viaggio segreto avrà
incontrato molti padroni, ognuno più avido dell'altro, ma tutti
legati dallo stesso percorso. Ah poter rintracciare una di quelle
storie, e seguirla nel corso dei suoi mutamenti! Chissà quante
verità sulle vicende umane potremmo carpire. Ma qui si scivola
nella fantasia, mentre la concretezza di questi luoghi mi riporta
pesantemente alla realtà.
Una delle cose che più mi ha
impressionato è stata una pittura nella tomba della regina
Hawsert che raffigurava il cataclisma avvenuto sulla Terra secoli
e secoli fa secondo cui l'asse della Terra si è spostato
mostrando una diversa configurazione delle costellazioni. E
l'acqua in quella occasione si è tinta di rosso, riflettendo
forse le polveri lasciate da una probabile cometa. La cosa più
incredibile è che, come ci diceva la guida, le tracce di questo
avvenimento sono rimaste scolpite nelle leggende di altre
popolazioni che abitavano la Terra nella stessa epoca, ognuna
interpretando in maniera diversa questi segni.
Abbiamo visitato anche la valle
delle Regine, e il tempio della regina Hat-shep-sut, a Deir al
Bahari. Niente di così notevole, per fortuna. Invece ho trovato
affascinanti i famosi colossi di Memnone, che si ergono gemelli a
guardia di qualcosa che non c'è più, con le montagne alle
spalle e lo sguardo dritto all'orizzonte.
Nel pomeriggio abbiamo aggiunto
alla già lunga lista i templi di Karnak e
29-8-99 Treno per il Cairo.
Un'altra allucinante notte si
appresta a spalancarci le porte, dopo una lunghissima giornata a
Luxor. La mattina fortunatamente è trascorsa tranquillamente
nelle acque della piscina, ma nel pomeriggio siamo andati fino a
Il resto della giornata a Luxor
è passato nell'attesa dello spettacolo al tempio di Karnak,
passeggiando e consumando un pasto nel solito ristorante. Lo
spettacolo è stato meno entusiasmante del previsto, noioso e
statico. Forse perché ci stiamo abituando a questo tipo di cose.
30-8-99 Cairo. New Garden Palace.
Eccoci al termine di una
faticosa quanto inutile giornata al Cairo. Dopo la nottata in
treno che non si è rivelata così disastrosa, d'accordo, non
così tanto per lo meno, abbiamo passato l'intera mattinata, o
quel che ne rimaneva, cercando Chris, il nostro amico con cui ci
eravamo dati un appuntamento vago, e abbiamo trascorso il resto
della giornata con lui, e probabilmente le seguenti. Abbiamo solo
girovagato per la città, camminando un sacco ma senza uno scopo,
passando il tempo fra agenzie di viaggio, attese e momenti
inconcludenti. Abbiamo perso tempo cercando di raggiungere la
Cairo Tower, da cui avremmo potuto vedere un bel panorama della
città, sennonché l'accesso a pagamento così caro ci ha fatto
desistere dall'impresa, spingendoci a fuggire anche dal bar
carissimo ai suoi piedi. Ci siamo rifugiati allora in un prato,
dove stesi sull'erba abbiamo parlato a lungo delle nostre vite.
Il nostro viaggio sta terminando in un modo improvviso. Alex ci
abbandona domani. E questa sua rinuncia mi lascia un vuoto
dentro. Credo che un viaggio sia bene iniziarlo insieme e finirlo
insieme. E' come un tradimento, una fuga. Eppure non mi sento di
oppormi alle sue decisioni. Ognuno è libero e deve sentirsi
libero delle proprie azioni. Ogni forzatura diventa innaturale, e
proseguire in un viaggio in cui non si crede più può essere
fatale. Poi se si aggiunge la malinconia di casa, e la voglia di
stare con i propri familiari, capisco perché diventi impellente
ritornare nel proprio nido.
Io e Chris probabilmente andremo ad Alessandria, a vedere un po' il mare, e forse all'oasi di Al Fayum.
31-8-99 Stesso hotel, altra camera.
Il nostro viaggio ad Alessandria
è stato rimandato a domani, a causa del fatto che ci siamo
svegliati tardi questa mattina, e il treno che ci avrebbe portato
lì sarebbe arrivato solo alle 13.30. Quindi salutato Alex,
abbiamo cercato di ammazzare il tempo in questa caotica,
inquinata e rumorosa città. Dopo una capatina all'Hilton, dove
abbiamo chiesto di mostrarci una stanza per provare l'ebbrezza di
essere al top, ci siamo incamminati verso il museo Mohamed Mamoud
Kalil, attraversando il Nilo che scorre solenne, circondato dagli
alti palazzi degli alberghi e uffici, che gli rubano l'incanto.
Sono rimasto sorpreso dalla bellezza di alcuni quadri che non mi
sarei aspettato di trovare qui, in una terra che attira lo
spirito per tutte altre ragioni. C'erano capolavori di Van Gogh,
Renoir, Corot, Rodin, ma soprattutto splendidi Monet. Siamo stati
quasi dei privilegiati, perché credo che ben pochi turisti
arrivino fin qui, distratti dalla bellezza di antichità e
piramidi. Stanchi del lungo peregrinare, siamo andati alla
ricerca di una piscina, trovandola in cima all'Hotel Fontana, un
orrendo edificio su Midan Ramses, con tutto l'inquinamento e il
caos delle migliaia di macchine che lo affollano continuamente.
Inoltre la piscina era anche squallida e sporca, permettendoci di
scappare senza rimpianti, rinfrancati solo da un ottimo succo di
mango. Abbiamo preferito alla fine ritirarci in camera per il
resto del pomeriggio a riposare un po'. La sera invece siamo
andati in un ristorante molto turistico ma senza dubbio
particolare, per mangiare del buon cibo tipico su dei tavoli
ricavati dalle sezioni dei tronchi d'albero. Per raggiungere il
locale abbiamo chiesto indicazioni ad un ragazzo che poi ha
preteso di portarci nel suo negozio di profumi, sperando di farci
comprare qualcosa. Certe volte la loro caparbia insistenza
diventa insopportabile. Dopo cena siamo stati in un bar a fumare
shisha, ma il suo sapore non era come quello della prima volta,
era più pesante in gola, meno profumato.
Il mio umore è strano. Vorrei
tornare a casa presto, avverto ondate di malinconia, vorrei
condividere tutte queste sensazioni con le persone a me care.
Eppure penso che alla fine mi mancheranno queste ore in compagnia
di Chris, col quale vorrei riuscire a condividere di più i miei
pensieri, più di quello che riesco a fare con il mio inglese. È
un tipo simpatico, così indipendente e libero. Ha visitato la
Thailandia, il Nepal, l'India ora l'Egitto, e poi Grecia, Italia,
Spagna e Olanda. Mi sembra un'impresa folle, non riuscirei ad
assimilare così tante culture tutte insieme. E non riuscirei
neanche a stare tutto questo tempo da solo senza poter
condividere le mie avventure con qualcun altro. Comunque mi
affascina molto col suo pensiero american-style. È un peccato
aver perso tutto questo tempo al Cairo e non aver visitato
neanche un'oasi. Avrei voluto andare ad Al Fayum, ma si vede che
non era destino.
1-9-99 Treno per Alessandria.
Infine il nostro viaggio di un
giorno per Alessandria sta volgendo al termine. Un giorno solo ma
che pare durare un'eternità. Forse per via della sveglia alle
6.30, forse per via delle incessanti ore di treno, o per la
quantità di cose avvenute, questa giornata mi pare immensa.
Siamo arrivati ad Alessandria alle 10.15, dopo un viaggio di due
ore in compagnia di un uomo d'affari francese. Appena arrivati ci
siamo incamminati verso il museo greco romano, un po' squallido e
povero, soprattutto per chi viene da Roma e ha ancora impressa la
magnificenza della maschera di Tutankamon. Poi, attraversando la
città che si presenta come una città dell'Adriatico in versione
africana, ci siamo affacciati sulla baia, sovrastata da enormi
palazzi per tutta la sua lunghezza, uno spettacolo di edilizia
orrendo. Abbiamo pranzato in un ristorante caro, almeno per i
loro prezzi, con pollo arrosto, verdure, salsa tahine col pane, e
patatine. E succo di mango naturalmente. Dopo un lauto pranzo ci
infiliamo su un taxi, per scendere alla prima delle spiagge
segnate sulla cartina che ci hanno detto essere bella. Appena
scesi alla Stanley Beach ci abborda una coppia la cui tipa pare
essere attratta in maniera incontenibile da Chris, ma la spiaggia
veramente non si può vedere. È un budello chiuso da palazzi in
cui galleggia una sorta di discarica orrenda. Per di più
affollata come se regalassero oro. Alla svelta ci infiliamo su un
altro taxi, per farci portare alla più famosa Mamoura Beach. E
andando lì effettivamente vediamo scorrere dei tratti di mare
veramente notevoli. Peccato che quando arriviamo alla famosa
spiaggia, dopo aver pagato l'ingresso per il taxi e per la
spiaggia, ci troviamo davanti solo una distesa di alghe marroni.
Bello! Tutti questi chilometri per cosa? La parte pulita manco a
dirlo è strapiena di egiziani, qui neanche un turista, ma la
cosa peggiore, oltre al ragazzo che ci ha portato le sedie, è
che queste ultime, appena seduti, si cappottano all'indietro
lasciandoci
2-9-99 Aereo per Roma.
Eccomi al termine di questo
fantastico viaggio nella terra che per prima ha conosciuto la
civiltà. Finalmente un sogno si è concretizzato, e per quanto
enormi fossero le aspettative, per nulla sono state deluse. La
magia e il fascino di questa terra superano di gran lunga le idee
stereotipate che nel corso del tempo ci si può fare. Sono però
molto felice di tornare a casa e di lasciare il frastuono del
Cairo. Ma soprattutto di iniziare a condividere questa esperienza
con tutte le persone che mi aspettano a casa. Oggi è stata una
giornata sul filo del rasoio. Non volevo infatti rinunciare a
vedere un'ultima volta le piramidi, quindi col mio amico Chris,
dopo un po' di problemi logistici, ci siamo di nuovo diretti
verso il luogo più potente che abbia mai incontrato. Il sole
questa volta illuminava perfettamente i tratti beffardi della
Poi, a malincuore ho dovuto
lasciarmi tutto questo alle spalle, e gettarmi in una corsa
sfrenata verso laeroporto. Ho recuperato i miei bagagli e
cercando di non angosciarmi, mi sono trovato coinvolto in un
traffico micidiale nel mezzo del Cairo. Le lancette scorrevano, e
laeroporto non si vedeva mai, nonostante i tentativi di
rassicurazione dell'autista che grazie al cielo una volta tanto
parlava un buon inglese. Neanche il tempo degli ultimi acquisti,
per non portarmela dietro tutto il tempo non ho neanche comprato
la shisha, ma ho un sacco di tabacco alla mela per fumarla
gli scherzi del destino.
Non mi sembra proprio vero di
tenere adesso dentro di me il ricordo reale di cose a lungo
immaginate. Dovrò guardare bene le numerose foto, per credere di
avere calpestato veramente quelle sabbie assolate. Ci metterà un
bel po' tutta questa polvere a sedimentare dentro di me. Per ora
è solo una nuvola confusa in cui qua e là compaiono immagini
indistinte. Troppi nomi da ricordare, troppi templi e siti. Solo
la metà delle cose viste basterebbero a fare di questo viaggio
un ottimo viaggio. Posso dire di essere colmo, e per un lungo
anno posso tenere ben salde le radici piantate nella mia
splendida città. Almeno finché riusciranno a tenermi fermo.
Finalmente a casa!
Complimenti se
sei riuscito a leggere fino a qui!!! Ti ringrazio del tempo che
mi hai dedicato, hai avuto molta fiducia e coraggio! Spero che il
tuo tempo non sia andato perduto, ma che la lettura ti sia
sembrata interessante e piacevole. Grazie!