C'era una volta una mano solitaria che aveva un bel neo sulla parte sinistra del dorso. Era l'unica mano che aveva un neo, un piccolo e prezioso neo che la distingueva da tutte le altre e la rendeva diversa. La mano sapeva di essere diversa, ma nessun'altra mano si accorgeva di questa sua particolarità. Allora la mano col tempo iniziò a dimenticarsi del suo piccolo neo, e fece finta di essere come tutte le altre mani. E così nella sua vita iniziò a stringerne altre, ognuna di esse diversa. C'era la mano con le dita corte e il palmo largo, quella con le unghie pulite ma il palmo freddo, quella con le dita fine ma storte, quella sudata con le dita nervose… Ogni mano compariva lungo la via e le teneva compagnia per un po', ma dopo aver percorso tratti più o meno lunghi, le due mani tornavano a separarsi, e la mano rimaneva nuovamente sola col suo neo. Qualche volta la mano diceva al suo neo: perché mi rendi così diversa? Forse le altre mani non vogliono stare in mia compagnia perché tu mi rendi unica, ma io non voglio essere unica, vorrei solo un'altra mano che mi tenga compagnia, e che mi accetti anche con questo piccolo neo. Il neo non sapeva cosa rispondere, semplicemente le diceva che avrebbe dovuto aspettare la mano giusta, e che ancora non era arrivato il tempo. Ma il tempo passava, e qualche volta la mano solitaria diventava molto triste. Per poter incontrare e stringere altre mani, qualche volta nascondeva il suo neo alle altre, ma a lungo andare le cose finivano sempre male.
Poi accadde un giorno di incontrare un'altra mano per caso. Questa mano aveva un guanto, ma si vedeva che era bella, forte, e stringerla dava sicurezza. Era proprio una bella mano! Solo che questa mano nascondeva qualcosa sotto il guanto. Anche se era piacevole la sua stretta, e caldo il suo contatto, la mano sentiva che qualcosa non quadrava. Il guanto doveva nascondere sicuramente qualcosa di brutto. Proprio qualcosa non quadrava, perché la presenza di quella mano, col passare del tempo era sempre più coinvolgente e rassicurante, e il guanto non era più un problema. Sembrava proprio la mano giusta, ma perché la sensazione era dubbia? Forse, pensava la mano, il mio neo è il problema. Eppure questa bellissima mano non sembra esserne intimorita. Anzi, sembra quasi che questo neo la incuriosisca.
Il tempo passava, e le cose andavano sempre meglio fra le due mani. Ogni giorno la stretta diventava più salda, più forte, più intensa. Dopo molto tempo che le due mani viaggiavano così unite, la bella mano disse alla mano col neo: è molto tempo che siamo strette insieme, ho sentito la tua forza, ho sentito il tuo calore. Il tuo cuore è sincero, e ora posso svelarti il mio segreto. La mano col neo rimase stupita, quale segreto? Allora è vero che qualcosa non quadrava! La bella mano rise e tolse il suo guanto. Sotto il suo guanto la pelle era morbida e pura, le dita erano affusolate e forti, il palmo era largo e sincero. Ma c'era qualcosa che lasciò sbalordita l'altra mano. Sul dorso, sul suo lato sinistro, c'era un piccolo puntino nero. Un neo!
Anche la bella mano aveva un neo nello stesso identico punto. Quando la mano se ne rese conto la sua incredulità fu grandissima. Finalmente aveva incontrato la mano giusta. Da quel giorno, la stretta fra le due mani fu ancora più intima e salda, e alla fine le altre mani non vedevano più due mani strette ma un'unica mano che viveva di amore.

Io ho incontrato la mia mano. E' stato amore fin dal primo istante. Dopo un anno ho avuto la conferma che era proprio la mano giusta. Il neo combacia alla perfezione.

Non accontentatevi della prima mano che capita. Aspettate la mano giusta. E' difficile trovarla, ma come voi la state cercando, c'è una mano là fuori che vi cerca.